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La supremazia assoluta della bellezza artistica

La supremazia assoluta della bellezza artistica


Ieri sera ho avuto la fantastica opportunità di andare a teatro a vedere La Bayadère. Inutile esprimere a parole l'entusiasmo che ho provato nel vedere aprire il sipario e vedere pian piano il palco riempirsi di fate danzanti in costumi meravigliosi. Durante il secondo atto sono rimasta talmente rapita dalle movenze talmente perfette dei danzatori da chiedermi se il corpo umano davvero ci permette di saltare come se non avessimo peso. Sicuramente non è il mio caso giacché fin dalla tenera età ho avuto la colonna vertebrale assimilabile ad un tondino d'acciaio. Ma trascurati i pensieri personali, la mia riflessione è caduta sulla bellezza di quel momento che stavo vivendo. Io adoro il mondo del trucco, adoro spulciare tra i siti per scoprire prodotti nuovi e rivoluzionari e adoro provare ogni cosa sulla mia pelle per vedere l'effetto che ha. Eppure non c'è nulla che mi dia un brivido così forte come fa l'Arte, quella vera, in ogni sua espressione. Certo, anche il trucco ha qualcosa di artistico, è indubbio, ma non è assolutamente paragonabile all'emozione che mi regala vedere il Laocoonte, o la Vergine delle rocce, niente è paragonabile all'apnea suscitata dalla visione del mio primo Klimnt o del primo Picasso, niente è paragonabile allo stupore di voltare l'angolo e trovarmi di fronte al Pantheon o al Kartner Bar. Non c'è niente che mi scuote dal profondo come riesce a fare la Sinfonia 25 di Mozart o che mi fa commuovere come la scena finale di In the mood for love.
La bellezza dell'Arte non ha paragoni in nessun altro ambito della nostra vita e confido sempre che, in un mondo di disperazione e distruzione, di perversione culturale e secchezza mentale, di trascuratezza affettiva e smemoratezza sociale, la bellezza dell'Arte ci salverà.


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