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CITAZIONI | Gelosia

CITAZIONI | Gelosia

la mia droga si chiama julie

«La gelosia! “Otello non è geloso, è fiducioso” osservò Pùškin, e questa sola considerazione dimostra l’eccezionale profondità del nostro grande poeta. L’anima di Otello è spezzata e la sua visione del mondo si è adombrata perché il suo ideale è crollato. Ma Otello non si nasconde, non sorveglia, ma spia: egli è fiducioso. Al contrario, è stato necessario guidarlo, spingerlo, istigarlo con enormi sforzi perché arrivasse a sospettare un tradimento. Non è così il vero geloso. Non ci si può neppure immaginare a quali infamie, a quali bassezze morali sia capace di assuefarsi un uomo geloso, senza nessun rimorso. E non è che si tratti solo di anime vili e turpi. Anzi, anche con un cuore elevato e con un amore puro e pieno di dedizione ci si può ugualmente nascondere sotto i tavoli, assodare gli esseri più abietti e adattarsi a spiare e a origliare nel modo più meschino. Otello non avrebbe mai potuto rassegnarsi ad un tradimento – rassegnarsi, e non perdonarlo –, sebbene la sua anima fosse buona e innocente come quella di un bambino. Non così si comporta il vero geloso: è difficile immaginare a che cosa possano adattarsi e rassegnarsi certi uomini gelosi, e che cosa siano capaci di perdonare! I gelosi perdonano assai più rapidamente degli altri, e questo lo sanno bene le donne. Un uomo geloso è anche capace (naturalmente, dopo una terribile scenata) di perdonare incredibilmente in fretta un tradimento ormai quasi provato, e gli abbracci e i baci veduti con i propri occhi, se riesce in qualche modo a persuadersi che quella è stata “l’ultima volta”, che da quell’istante il suo rivale sparirà, che se ne andrà in capo al mondo, o che lui stesso porterà con sé la sua amata in qualche luogo dove il suo temuto rivale non possa raggiungerla. Si intende che la riconciliazione non può durare che un’ora, perché, se pure quel rivale sparisse sul serio, l’indomani lui immaginerebbe un altro, uno nuovo, e sarebbe geloso anche di quest’ultimo. Viene da chiedersi che cosa possa essere un amore che va sempre vigilato, e quanto valga un simile amore se dev’essere custodito a prezzo di tali sforzi».

(F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 1880)

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