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Lost in translation: “ti voglio bene”

Lost in translation: “ti voglio bene”

lost in translation ti voglio bene

Nella marea di pensieri, scarsamente o affatto utili, che affollano la mia mente c’è un dubbio che mi attanaglia a fasi alterne. E sebbene ci siano cose  infinitamente più urgenti od importanti su cui riflettere, non riesco a non perdermi in queste facezie verbali. Già perché la questione sorge attorno ad un dilemma linguistico, uno scherzo lessicale, una deficienza glottologica, insomma, qualcosa con o senza la quale potrei dormire sonni tranquilli. Ed invece mi cruccio. Ma riflettendoci bene non si tratta solo di parole, qualcosa è sotteso, o almeno io penso che qualcosa sia sotteso. L’amletico dubbio è perché nelle altre lingue non esiste un’espressione corrispondente al nostro “ti voglio bene”?

Io ho un grosso, grossissimo feticismo per la lingua italiana: godo nel leggere ed ascoltare la nostra favella, per questo motivo faccio un’enorme fatica a leggere libri o guardare film in lingua originale. Sì, comprendo che è un anche un grande, grandissimo limite, ma non siamo perfetti, siamo poveri mortali pieni di mancanze e la mia, fra le altre, è questa. Non sopporto chi, pur avendo avuto istruzione o mezzi per istruirsi, non sappia parlare o scrivere nella nostra bellissima lingua natia; non tollero chi farcisce i propri discorsi di inglesismi, non perché rendano meglio il significato ma perché ‘è più moderno così’; non soffro chi stupra l’italiano con storpiature ed errori grammaticali: sono una talebana dell’italiano, sì, signori miei, e me ne vanto!

Sono tuttavia conspaevole del fatto che come tutte le lingue anche la nostra ha l’evidente limite di non saper rendere alla perfezione termini di altre favelle, motivo per cui una traduzione in italiano non sarà mai completamente fedele all’originale, non tanto per una questione di significati letterali quanto per allusioni culturali. La lingua è frutto di una costante evoluzione che si regge su migliaia d’anni di parole, concetti, usi e costumi, motivo per cui anche la nostra bellissima e flessibile lingua non saprà mai rendere appieno il senso di vocaboli come ‘improvement’, per dirne una. Viceversa, le altre lingue hanno lo stesso limite nei confronti della nostra, con un’aggravante significativa, non sanno tradurre un’espressione essenziale alla vita come il “ti voglio bene”. Correggetemi se sbaglio, non sono una linguista, ma il nostro “ti voglio bene” viene tradotto in inglese da “I love you”, in francese da “je t’aime”, in tedesco da “ich liebe dich”, in spagnolo da “te amo”, in sloveno da “ljubim te”, e così via. Ma questa espressione nelle rispettive lingue sta anche a significare “ti amo”, cosa che per un italiano ha un significato decisamente diverso. In una ipotetica ‘gerarchia’ di sentimenti il “ti amo” sta leggermente sopra al “ti voglio bene”, ha una connotazione più forte ed appassionata, più radicale e profonda; il “ti amo” è usata dagli amanti mentre il “ti voglio bene” dalle persone che, appunto, si vogliono bene. Il designer Pei-Ying Lin definisce il “ti voglio bene” come «the attachment for family, friends and animals», non contemplandolo quindi come “amore”.

Pei-Ying Lin The Untranslatable Words DatabasePei-Ying Lin, The Untranslatable Words Database

E noi italiani passionali (perdonatemi il cliché) conosciamo bene la differenza tra i due termini. La questione allora è: perché le altre lingue non riconoscono questa differenza? Perché non esiste un’espressione che indica il sentimento da noi riassunto nel “ti voglio bene”? Forse gli altri popoli non si vogliano bene senza amarsi? Forse sono così ottusi da non vedere la differenza lampante tra i due termini? Ma allora senza alcun dubbio noi italiani siamo non solo linguisticamente superiori, siamo addirittura emozionalmente migliori, sappiamo gerarchizzare qualcosa di così sottile ed evanescente come i sentimenti; sappiamo dare un nome ad ogni sensazione. Sappiamo dare nomi. Ecco. Per me qui sta il nocciolo della questione. Per me sappiamo mettere tanti nomi, ma non sappiamo riconoscere le cose. Non sappiamo capire che “ti voglio bene” significa “ti amo”; non sappiamo intuire che non c’è differenza tra i due concetti, che non esiste una gradazione di amore un po’ inferiore da dare a familiari, amici ed animali; non sappiamo comprendere che se diciamo “ti voglio bene” qualcuno non lo stiamo mettendo in guardia sul fatto che proviamo qualcosa per lui ma non così tanto da impegnarci troppo; non siamo in grado di percepire che dire ad una persona “ti voglio bene” significa donarle un pezzetto della nostra anima, allo stesso modo in cui lo diamo a chi amiamo e questa incomprensione genera l’abuso di questa espressione che sentiamo ogni giorno e lo spreco della nostra anima fatta a pezzetti da un’ignoranza lessicale.

Rifletteteci bene quando dite a qualcuno “ti voglio bene” perché le state dicendo “ti amo”. Chiedetevi se invece preferireste dirle “ti amo” e se la risposta è “no” allora non ditele “ti amo”, non ditele nulla. Non sprecate i vostri “ti amo” (o i vostri “ti voglio bene”, non c’è differenza). Conservateli per chi amate davvero.

voce del verbo amare

36 commenti

  1. ma sai che ci penso spesso anche io? ogni volta che guardo un film o un programma in inglese e c'è una scena d'affetto dico al mio ragazzo "ma ci pensi che per loro non c'è differenza tra ti amo e ti voglio bene?" mentre noi ci facciamo un sacco di pippe mentali prima di dire Ti amo ad una persona! O per dirle che non la si ama più! Perché quando smetti di amare una persona, non vuol dire che non le vuoi più bene, ma che le cose non vanno etc... Insomma, non mi capacito come si possa vivere senza questa distinzione ahahah

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  2. in realtà io sono bilingue e in spagnolo esiste te quiero mucho... non so se in tutti i paesi, ma esiste... e lo abbreviavamo TQM come in italia scriviamo TVB.... :)

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    1. Perdona l'ignoranza, ma "te quiero" non si usa anche per dire "ti amo"? Cioè, alla fine ha un significato ambivalente anche questo termine oppure si usa solo per dire "ti voglio bene"?

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    2. in Spagna sembra che te quiero venga usato in maniera ambivalente, più usato di Ti Amo, ma in alcuni paesi dell'america latina la distinzione somiglia molto a quella che abbiamo in italiano tra ti voglio bene e ti amo. Ho vissuto qualche tempo in Colombia.

      Per l'inglese c'è da fare una distinzione tra I love you e I'm in love with you. Il secondo sembra essere utilizzato prevalemntemente in occasioni "speciali" quando si devono dichiarare al partner e mettere le carte in tavola svelando cosa differenzia quell' "I love you" che dicono ai propri partner da quello che dicono alla mamma, all'amico, al cugino..... Dopodiché, una volta chiariti i contesti diversi, sembra che ritornino a dirsi I love you all'interno della coppia, quotidianamente.

      La riflessione sulla differenza di tipologie d'amore in italiano la condivido perchè l'ho pensata spesso anche io ed è per questo che trovo più azzeccate le espressioni "i Love you", "i'm in love with you" (che viene spesso tradotta in italiano come "sono innamorato di te") che comunque utilizzano love come verbo e sostantivo indicando che il sentimento è quello di amore è lo stesso ma la "condizione di amore" in cui ti trovi assume caratteristiche diverse a seconda della persona a cui ti rivolgi.

      Passami gli errori che è tardi ed ho sonno, please!! =)

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  3. anche io ci penso, perchè mi fa sempre un po' strano che madre e figlia per esempio si dicano I love you...

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  4. mi piacciono molto queste riflessioni sulla lingua e sui sentimenti.. anche io mi sono chiesta spessissimo perché, in inglese per esempio (avendolo studiato come prima lingua all'uni e avendo io una fortissima passione per la lingua inglese), non si facesse differenza tra Ti Amo e Ti Voglio Bene, e proprio durante le tue riflessioni ci sono arrivata pure io nella mia mente che, anche senza andare troppo in fondo, i due termini si riferiscono in verità allo stesso medesimo sentimento... e sì, così come ho una grandissima difficoltà a dire Ti Amo (ci si pensa bene prima di farlo...), ho un'altrettanto grande difficoltà a dire Ti Voglio Bene.. che ci vuoi fare!

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  5. In tedesco c'è l'espressione "ich habe dich gern", equivalente al nostro "ti voglio bene".

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    1. Volevo dire esattamente la stessa cosa! Per quel che ricordo di ciò che mi venne insegnato nei lontani tempi del liceo, <> è il nostro <>! E non <>, che equivale a <>!

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    2. Volevo dire esattamente la stessa cosa! Per quel che ricordo di ciò che mi venne insegnato nei lontani tempi del liceo, <> è il nostro <>! E non <>, che equivale a <>!

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  6. Questo amore per la lingua italiana è rispettabilissimo. C'è chi la deturpa in ogni modo, ed è un peccato.

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  7. Apprezzo tutti gli interventi ma ci tenevo a sottolineare che il post non aveva intenti filologici, il senso era un altro...

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  8. Bel post interessante e diverso! Essendo bilingue mi ritrovo a dire ad amici che mi chiedono: "come posso tradurre "ti voglio bene" in inglese?" che non esiste equivalente! Interessante sapere che in tedesco un'espressione c'é (vedi commento sopra) non lo sapevo!

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  9. ciao,

    ti ringrazio per questo post( e non è il solo) elegante e raffinato, ti ringrazio perche ci risparmi la visione della moltitudine di mutande borchiate che sfilano a NY o a Milano e Parigi ti ringrazio perchè ci risparmi la visione dei cartoncini d'invito alle varie kermesse modaiole dove molte sedicenti blogger presenzieranno e ci toccherà (aimè) subire varie recensioni e commenti.
    Direi che per questo ti voglio bene !

    ave

    P.S. ....forse la chiave di tutto sta nel non tradurre! Tu che sei veneta ,io trentina, sappiamo bene che ci sono dei modi di dire , delle parole che noi diciamo in dialetto , che nel momento stesso in cui le traduciamo perdono il loro significato più profondo e diventano solo parole .

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    1. Grazie Ave, mi commuovi così! E vedo che tu hai capito alla perfezione cosa volevo dire!
      Ho studiato lettere antiche per un anno e sull'intraducibilità delle lingue ne abbiamo parlato un sacco, così come dei vari dialetti.

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  10. Anche io faccio parte del "gruppetto" di quelle che se lo son sempre chiesto.
    Si tratta di diverse sfumature dello stesso sentimento, ma che secondo me sono importanti. Tante storie d'amore finiscono, ma l'affetto continua. Non si smette di volersi bene. Però devo dire che l'usare "I love you" tra i familiari non lo trovo del tutto strano. Per come vivo la famiglia, quello è amore allo stato puro e "ti voglio bene" è troppo riduttivo.

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    1. Concordo: in famiglia il "ti voglio bene" è troppo poco a meno che non lo prendi con l'accezione di "ti amo"!

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  11. E' un bel dubbio che ha preso anche me parecchie volte - avendo frequentato un linguistico!! - soprattutto durante gli scambi alla pari o gli stage all'estero. Ho incontrato persone fantastiche, ma mi sentivo un po" "impedita", perché dal ti voglio bene al ti amo ne passa di acqua sotto i ponti, e questa cosa di non poter far capire veramente ciò che intendevo dire mi mandava ai pazzi!

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    1. L'incomunicabilità dei sentimenti è uno dei misteri che non verrà mai svelato secondo me!

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  12. Anche io ci ho pensato diverse volte!
    La nostra lingua è semplicemente favolosa: ha una ricchezza lessicale strepitosa e assolutamente invidiabile! Come te odio quando viene storpiata e soprattutto gli errori grammaticali! Divento una vera belva! Tanti anni di scuola per niente!
    ma.... ;(

    Miss Piggy

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  13. che meraviglia questo post... sai che una volta ci avevo pensato anche io? poi si vede che ho visto una borsa e mi sono distratta... =P

    dai comunque gli spagnoli hanno anche il te quiero... =)

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  14. ottimo post e buon inizio settimana (; Reb, xoxo.

    * Sul mio blog c'è un post dedicato alla
    VFNO di Firenze, fammi sapere cosa ne pensi:
    http://www.toprebel.com/2013/09/vogue-fashions-night-out-2013-firenze.html

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  15. Che meraviglia questo post. Anche io molte volte mi sono fatta la stessa domanda! L'ultima frase del post è così romantica con un pizzico di malinconia. In effetti bisognerebbe non sprecare i "ti amo" tanto facilmente!

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    1. In generale non bisogna sprecare le parole e, soprattutto, i sentimenti!

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  16. Sai anche io mi sono fatta spesso questa domanda,ma poi sono arrivata alla conclusione che in inglese per dire ad una persona ti amo,ovvero sono innamorata di te non usano "I love you" ma "I'm in love with you" che è la perfetta traduzione del nostro ti amo.Suppongo però che lo usino solo la prima volta che devono far capire che non intendono "I love you" ti voglio bene,ma che lo intendono come ti amo,dopo penso che usino "I love you" perchè più corto.Ma alla fine penso che debbano far capire una volta sola che il loro I love you è un ti amo e non un ti voglio bene perchè credo che anche per loro ci sia differenza fra volere bene ad una persona e amarla quando si è in una relazione.

    Only a storm in a coffee cup

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    1. Eh, ma i sentimenti sono in continua evoluzione, Secondo me una dichiarazione iniziale non è sufficiente. Almeno così la penso io!

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  17. Mi sono imbattuto in questa pagina cercando spunti di riflessione sull'espressione "ti amo", che non apprezzo e non condivido. Lieto di vedere che viene confermata qui parte della mia ipotesi: il "ti amo" amoroso è un'invenzione italiana. Io suppongo sia un'invenzione di derivazione hollywoodiana. E con questo non mi contraddico: penso che con i film americani sia arrivata qui mille volte la melensa scena dei due abbarbicati, con lui che pronuncia le fatidiche parole e poi la bacia stropicciandola e strapazzandola. Non poteva essere certo doppiata con un "ti voglio bene" ed è stato quindi inventato il "ti amo" che da quel giorno tutte le donne, presto o tardi, pretendono di sentirsi dire, rompendo i maroni all'infinito per avere la sospirata provola d'amore. E poi si lamentano se glielo si dice senza trasporto e convinzione: sarebbe come pretendere che lo schiavo facesseil proprio lavoro con piacere e passione. Ho la netta sensazione che le donne amino infinitamente esercitare potere e controllo e che gli uomini annaspino nei sensi di colpa per non essere capaci di essere se stessi. E poi ci sorprendiamo se le donne, in verità, prediligono gli "stronzi": sono quelli veri e onesti, quelli che non dicono quello che loro vogliono sentirsi dire. Altro interessante spunto lo dà questa pagina: http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=1850168 da cui parrebbe che non esista un equivalente del "ti amo" nei vari dialetti, ovvero nelle lingue "pre-hollywoodiane". Che ne pensate?

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    1. Caro Stefano, interessante il tuo punto di vista, anche se il mio intento era il contrario, ovvero dimostrare che il "Ti voglio bene" è un'espressione piuttosto insensata, Anche da un punto di vista lessicale, mi faceva notare un amico: infatti il verbo "voglio" è transitivo per cui o regge il "ti" o il "bene", entrambe le cose non le può reggere. Ma al di là di queste riflessioni asettiche, penso che ognuno possa esprimere i propri sentimenti come meglio crede, sebbene il "bene" sia una semplice sfumatura dell'amore, almeno nel mio punto di vista!
      Grazie del link ai dialetti, interessante davvero!

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  18. Ciao! Perdonami se scrivo male in italiano, io sono brasiliana e "ti voglio bene" è tradotto da noi come "te quero bem", con lo stesso significato. In Spagnolo è uguale (Te quiero bien). Solo in inglese che "I love you" ha una gamma più ampia di significati. "I love you" può significare "I like you" = "Ti voglio bene" o il proprio "Ti amo". In realtà "Te amo" e "Te quero bem" in tutte le lingue neolatine sono usati di modo simile!

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  19. Ti voglio bene in sloveno si traduce con Rad te imam.

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  20. D'accordo per un lungo tratto, poi ti perdo. A mio avviso fai un errore, ordini in gerarchia i due termini, quando essa non c'è. Sono due sentimenti qualitativamente diversi, non quantitativamente. E l'italiano lo registra linguisticamente, perché la corda del suo cuore - con ogni evidenza - vibra in modo sensibilmente diverso.

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  21. Per esperienza personale spesso il sentimento provato verso un'altra persona è stato "dichiarato" nel silenzio di uno sguardo, di un abbraccio...linguaggio internazionale, che non necessita di parole o traduzioni

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Mi piace sapere cosa ne pensate! Grazie per aver commentato!

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