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PERSONALE | Siate belle

PERSONALE | Siate belle


Con la consueta fulmineità è trascorso un altro anno, ma se devo essere onesta, non sono affatto dispiaciuta di dover strappare l'ultima casella del 2018 che posso senz'altro annoverare fra gli annus horribilis. Ci sono stati sicuramente momenti molto positivi ma purtroppo il trend generale è stato tutto fuorché allegro, a partire dalla salute.

Il 2018 è stato una lenta ed inarrestabile teoria di acciacchi e malanni, più o meno seri, che mi hanno indotto a spostare l'asticella della mia età percepita dai 33 ai 63 anni. Una conseguenza automatica è stata che anche il mio aspetto fisico ha iniziato a risentire di questo invecchiamento fisico e morale. Non che io sia mai stata particolarmente attenta alla mia fisicità, ed il fatto che in 33 anni non sia mai entrata in una palestra è piuttosto significativo, soprattutto in un'epoca storica in cui il crossfit è una delle religioni più praticate, penso sia seconda solo al veganesimo. Ma per la prima volta nella mia esistenza ho iniziato a sentire il peso dell'entropia sulle mie carni molli e giacché queste carni molli non hanno muscoli per ovvie ragioni, tale peso è stato schiacciante. Per la prima volta nella mia esistenza ho percepito quanto sentirsi brutte può impattare sulla propria autostima, sulla forza di volontà, sulla capacità di interagire con gli altri.

Sentirsi brutte è un limite mentale estremamente potente che può fermare davanti l'ostacolo più banale, facendo perdere l'entusiasmo per le cose che maggiormente appassionano, inibendo ogni energia necessaria a reagire, inducendo a nascondere parti del corpo, per non mostrare la propria (presunta) bruttezza, fino al momento in cui si preferisce non mostrarsi più del tutto, creando un isolamento di sicurezza, che non ci espone al giudizio altrui (molto spesso del tutto indifferente al nostro aspetto) ma soprattutto che ci consente di non reagire. Sentirsi brutte ti fa scegliere di non mettere più quei pantaloni che ti ingrassano, quel rossetto che ti rende volgare, quella pettinatura che ti rende appariscente e tu vuoi solo non essere notata, vuoi che la tua esistenza sia inosservata e ti senti sicura solo quando nessuno si accorge di te o, peggio, quando ti rifugi nella tua solitudine.

Ma sentirsi brutte è uno stato mentale, esattamente come lo sono la tristezza e la felicità, e in tutti questi anni ho scoperto che non esiste un motore più potente della forza di volontà, che può plasmare ogni stato mentale, esattamente come desidera che sia. Non è facile, ma si può fare.

Quindi, dopo anni di auguri guerreschi e coraggiosi, per questo 2019 scelgo di augurarvi qualcosa di frivolo ma affatto semplice, qualcosa che può sembrare superficiale all'apparenza ma che può condizionare ogni vostro singolo giorno e che vi permetterà di sentirvi bene in qualsiasi contesto, in qualsiasi momento ed alla fine vi consentirà di tirare fuori tutte le Rossella, le Principesse Leila, le Fantaghirò che nascondete dentro di voi: nel 2019 siate belle!

3 commenti

  1. Hai fatto degli auguri splendidi e per nulla frivoli, riacquistare la sicurezza in sé e farlo per sé non è affatto cosa banale o stupida. Buon anno nuovo!

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  2. Gli auguri che hai fatto sono bellissimi! In questo marasma digitale fatto di video di gattini che fanno gli auguri e renne danzanti, sono gli auguri più sinceri che ho letto. Grazie e spero che l'anno nuovo ti faccia dimenticare questo (e tutti i brutti pensieri correlati)!

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  3. Tutto mi sembra fuorché un augurio frivolo.
    E che posso rispondere se non: ce la metterò tutta? ;)
    Baci e tanti auguri.

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Mi piace sapere cosa ne pensate! Grazie per aver commentato!

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