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LIFESTYLE | "I will survive": perché Gloria Gaynor andrebbe studiata nelle scuole

LIFESTYLE | "I will survive": perché Gloria Gaynor andrebbe studiata nelle scuole

Metti otto amiche trentenni e single assieme per un'estate e potresti ottenere il più grande esperimento socio-antropologico della storia. Un gruppo con questa fisionomia è sicuramente garanzia di esperienze particolarmente variegate, dove l'incontro con il disagio esistenziale è un fatto quotidiano ma soprattutto è l'epicentro della formulazione di teorie relazionali formalmente indiscutibili. La più recente fra queste riguarda l'istruzione. Ebbene sì, perché passiamo anni di scuola a parafrasare A SilviaSoldati La pioggia nel pineto, che per carità, tutte bellissime e con messaggi arricchenti sul fronte esistenziale, ma mai una volta che ci facciano parafrasare qualcosa di utile per la vita sentimentale. Perché se a vent'anni, invece che mettermi a ballare ai festini I will survive di Gloria Gaynor l'avessi parafrasata a scuola, sono sicura che arrivata ai trenta mi sarei risparmiata tutti i patimenti dovuti all'incontro con un carosello di casi umani!

Non ricordo esattamente la prima volta che ho sentito I will survive, ma l'ho ballata ampiamente fin dall'adolescenza quando scattava il momento dance revival nei festini. Ma mentre Gloria mi stava dando un grande messaggio di empowerment, io, da bionda naturale quale sono, probabilmente ero distratta dai lustrini e dal make up anni ottanta che indossava. Poiché non è mai troppo tardi per imparare, ho pensato di estrapolare alcuni passaggi salienti e di parafrasarli, sperando che qualche Ministro dell'Istruzione, passando per caso per queste pagine, possa comprendere la rilevanza letteraria e civile del testo e decida di inserirla perpetuamente nelle Antologie di tutte le scuole superiori. Ministro che mi leggi, pensa a quante donne sarai d'aiuto e mettiti un mano sulla coscienza: pensa ad anni di terapia che si potranno evitare, riducendo sensibilmente i costi della sanità pubblica!

Partiamo dall'incipit:

At first I was afraid
I was petrified
Kept thinking I could never live
without you by my side

Gloria ci racconta il suo stato d'animo, distrutto da un amore finito. Ancora non sappiamo cos'è successo, sappiamo solo che il dolore è così schiacciante che non riesce a pensare di vivere senza di lui. Ecco il primo indizio, lui non c'è più, e dal dolore descritto con prodigalità di immagini evocative si può intuire che è stato proprio lui ad infliggerlo con l'abbandono.

But then I spent so many nights
thinking how you did me wrong

In questi versi la poetessa segue un topos arcaico e consolidato, quella della donna che si colpevolizza, chiedendosi per intere notti in cosa ha sbagliato, perché lui l'ha lasciata. Come sempre accade, la donna lasciata non riesce a comprendere che non c'è niente di sbagliato in lei, ma probabilmente per l'ennesima volta si è incaponita con un egocentrico narcisista.

Sex and the city quote

Fortunatamente arriva il momento in cui "dio è morto" e smettiamo di deificare gli uomini che ci hanno lasciate senza troppa pietà. Arriva la consapevolezza, il riscatto:

And I grew strong
And I learned how to get along

In un passaggio importante Gloria ci consegna un altro importante insegnamento che solo le menti più osservatrici e con esperienza sanno essere un momento spesso prevedibile in questa storia di caduta e risalita, il ritorno del figliol prodigo:

and so you're back
from outer space
I just walked in to find you here
with that sad look upon your face
I should have changed that stupid lock
I should have made you leave your key
If I had known for just one second
you'd be back to bother me

In questi versi si nasconde una sfaccettatura psicologica della donna sempre presente, quella della speranza: anche se vieni lasciata in malo modo (weren't you the one who tried to hurt me with goodbye) non cambi la serratura, non gli chiedi indietro le chiavi. La donna lasciata conserva in sé il seme della speranza, una speranza più radicata di quella della famiglia Joad in Furore, ovvero che lui un giorno torni. Come dice la mia amica Giulia, "tornano, tornano sempre". Ma se c'è una cosa che ho capito dei narcisisti è che non hanno tempismo, per cui tornano sempre troppo tardi: invece di appendere un altro specchio in casa forse è opportuno che scegliate un bel orologio a muro!

Il momento del confronto è sempre, quindi, tardivo e le aspettative del narcisista vengono puntualmente deluse:

Did you think I'd crumble
Did you think I'd lay down and die
Oh no, not I
I will survive

Non solo la nostra eroina non si è sgretolata sotto il peso dell'abbandono, ma è addirittura sopravvissuta ritrovando la sua integrità ed una forza che non pensava di avere ("La mia luce e la mia forza posso vederle soltanto attraverso il mio buio", scrive Aldo Carotenuto in Eros e pathos. Io aggiungerei che dopo svariate serate a gin tonic e maledizioni nel circolo delle amiche, qualsiasi divinità maschile viene smantellata, come neanche il frontone del Partenone).

Ed infine il riscatto, il raggiungimento della completa maturità, l'affrancamento:

Oh as long as I know how to love
I know I will stay alive
I've got all my life to live
I've got all my love to give
and I'll survive
I will survive (hey-hey)

e ancora:

I'm not that chained up little person
still in love with you
and so you felt like dropping in
and just expect me to be free
and now I'm saving all my loving
for someone who's loving me

Non solo la nostra eroina comprende il fatale errore di aver sofferto senza motivo, nella disperazione per l'abbandono e per la tiepida ma incessante attesa dell'uomo che l'ha abbandonata, raggiunge anche il nirvana sentimentale comprendendo che dopo trent'anni di stronzi che non hanno mai amato nient'altro che se stessi e hanno gettato il suo amore alle ortiche, vivendo un'eterna graticola di attese e fiato in sospeso, forse adesso si merita un uomo che la ami davvero, che ci sia, che sia pronto ad accogliere con gratitudine tutto l'amore che lei ha da dare incondizionatamente, senza il timore che lui si spaventi e scappi perché, poverino, ha una vita complicata, un passato difficile, un presente irrisolto... A meno che lui non si chiami Oliver Twist direi che nessuna di queste giustificazioni è accettabile!

"Now I know I wanna be with a man who wants to be with me." ~Carrie, Sex and the City....this is key, ladies! ;)

E così una canzone disco del 1978 in pochi versi ci insegna tutto quello che quintali di pagine di Cioè, Cosmopolitan e Top Girl non sono state in grado di spiegarci.

Eccoci qua, donne single a trent'anni. Ciniche, disilluse che non credono più nell'amore? Forse. Ma sicuramente siamo forti, coraggiose, resilienti e pronte a sopportare tutta la potenza dell'elettromagnetismo e della risonanza!



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