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PERSONALE | Non fate progetti

PERSONALE | Non fate progetti


Questa sono io esattamente un anno fa, era dicembre 2019. Volgeva al termine un anno estremamente complesso, di grandi cambiamenti e gigantesche fatiche, ma in fin dei conti un anno felice: eppure quando ho scattato questa foto non sapevo di essere felice anche se progettavo di esserlo in un futuro prossimo. Come da tradizione il 31 dicembre 2019 vi avevo fatto un augurio qui sul blog, che oggi ha il sapore amaro di un nefasto presagio: vi avevo (e implicitamente come sempre anche a me stessa) augurato di concentrarvi, di fermarvi per un momento per permettervi di riflettere su quello che veramente è importante per voi. E come dice il detto "attento a quello che desideri perché potrebbe avverarsi", il 2020 ci ha dato la possibilità di esaudire questo desiderio. Forse non nel modo che auspicavo...
La me della foto è una donna completamente diversa da quella che vedo oggi allo specchio e non semplicemente perché ho levato quel rosso dai capelli che mi evocava troppi ricordi: la me di dicembre 2019, reduce di un anno di esperienze bellissime e prevalentemente positive aveva grandi progetti per il suo futuro, ancora cambiamenti, programmi meticolosi per realizzare il futuro, scadenze, obiettivi, ambizioni. La me di questa foto lavorava alacremente e posticipava la felicità al domani, un domani con tempo libero, un domani con il suo amore, un domani con gli amici, un domani a fare qualcosa che aveva voglia di fare. Poi è arrivato il 2020 e come una folata di Bora ha spazzato via tutto.

Nel 2020 come tante persone sono rimasta chiusa in casa, ma con un regime particolarmente duro, e due volte per la precisione, con un isolamento stretto di ottanta giorni, quasi un quarto di anno; mi è stata diagnosticata l'endometriosi che sta mettendo duramente alla prova la mia salute fisica ma anche mentale; l'uomo di cui mi ero perdutamente innamorata mi ha lasciato dopo una breve ma profonda (almeno per me) relazione a distanza, senza poterci vedere per cinque mesi, uno strappo permeato di oblio ed assenza; ho contratto il covid, che mi ha stremato, sotto ogni punto di vista; ed infine ho dolorosamente lasciato un lavoro a cui ero molto legata ma che mi stava intossicando. È stato un anno difficile e credevo di averlo superato discretamente, ma solo negli ultimi giorni del 2020 mi sono resa conto che pur sentendomi fatta di acciaio, anche l'acciaio è soggetto all'incrudimento.

Quale augurio farvi (ma soprattutto farmi) per questo 2021 che sta per iniziare e sul quale ci sono così tante aspettative che non vorrei proprio essere nei suoi panni? Non saprei proprio, nei confronti di questo anno che sta per iniziare provo un certo scetticismo mescolato a rassegnazione, con una punta di scaramanzia. E a causa di questo frullato di sentimenti non mi sento di augurare nulla se non di non fare progetti, di non costruire friabili castelli di aspettative, di non affidare il proprio destino ad uno scadenziario o ad un'agenda. Vi auguro di essere un po' indulgenti con voi stessi, come io non so proprio fare con me, e di lasciarvi trascinare lievemente dagli eventi, di godervi il presente, di non posticipare la felicità ad un domani indefinito nell'ambizione di creare le condizioni perfette perché quelle circostanze potrebbero non verificarsi mai: "chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza". E se proprio non riuscite a non fare progetti, perché i progetti sono la vostra copertina di Linus, siate pronti ad accettare che potrebbero non andare come volete e nello stravolgimento troverete l'attimo felice che altrimenti vi sareste persi.

E quindi per il 2021 vi auguro di non fare progetti, di affidarvi al caos, di lasciare che l'entropia vi porti, forse voi non sapete la destinazione, ma lei nella sua infinita saggezza certamente la conosce.

1 commento

  1. Io vivo il presente da diversi anni e questa cosa è sempre parsa strana a tutti. Una persona che non fa progetti, che non programma al millimetro la sua vita, che non la costruisce...
    E' una cosa strana, no?
    Eppure...eppure questa stranezza mi ha salvato. Tante volte mi ha tenuta in piedi dai crolli.
    Non dico che gli altri dovrebbero far come me. Mi piace chi pianifica, chi progetta, chi mette appunto il suo futuro. Ammiro chi ci riesce. La mia in fondo potrebbe essere una mancanza, mica un pregio.
    Ma siamo fatti come siamo fatti. E chi nasce tondo il più delle volte non muore quadrato.
    Un abbraccio grande, datti tempo per metabolizzare tutto quello che ti è successo e che hai scritto qui. Auguri :)

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